La Tecnica e sue Applicazioni!
L’approccio singolare sviluppato da Habib Davanloo presso la Mc Gill University in Canada, insegnata in parecchi training di formazione internazionale e attivamente sottoposta alla ricerca clinica.
Alla base di molti disturbi al quale fa riferimento l’ISTDP spiccano gli effetti causati dall’interruzione del legame con le figure di riferimento. Traumatizzare un legame affettivo causa una cascata di emozioni complesse come dolore, rabbia, colpa. Proprio perché sono rivolte alle persone più importanti della propria vita, questi sentimenti procurano un livello di ansia e i meccanismi di difesa rappresentano le strategie creative per attutire l'impatto con emozioni così intense, tenendole a bada, lontano dalla coscienza per sopravvivere al meglio.
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Il trauma? Episodi aventi come effetto principale l’interruzione del legame con la figura di riferimento come madre, sorella, fratello, nonna…Visto con l’occhio dell’adulto gli episodi traumatici non sono quasi mai considerati catastrofici, drammatici o degni di nota, infatti, saranno sottovalutati e ignorati.
Il risultato? Una parziale o totale rimozione, sia dei sentimenti sia degli episodi traumatici. Più tardi, quando i fatti della vita adulta riattivano questi sentimenti nei contesti più svariati, si attiveranno contemporaneamente quell’ansia e quei comportamenti difensivi in genere del tutto inconsapevoli alla persona che le attua. Gli effetti visibili sono sintomi fisici, formazione di disturbi relativi al tratto gastrointestinale, al sistema cardiovascolare, al sistema respiratorio, al sistema immunitario, al sistema muscolare e alla pelle. Inoltre, vi saranno una gamma di sintomi psichiatrici: una parte dei pazienti con ansia, depressione, uso di sostanze e problemi interpersonali rientrano in questa descrizione.
L'ISTDP come definito da Davanloo, si pone l’obiettivo di rendere prima consapevole il paziente e poi di superare i processi per lo più inconsci che tengono sepolti da venti, trenta o quarant’anni i propri sentimenti. Questo spesso comporta una focalizzazione sulle emozioni che il paziente prova al momento del colloquio e una chiarificazione delle modalità con cui il paziente blocca sia le emozioni sia il contatto con il terapeuta durante il trattamento.
Esperite tali emozioni, saremo testimoni visivi del rilascio di tensione, ansia, di sintomi fisici e delle difese. Nel complesso si ottiene un processo di cura in cui le emozioni evitate per ragioni di sopravvivenza riguardanti episodi relazionali del passato saranno fisiologicamente sperimentate e cognitivamente elaborate. Spesso un solo passaggio emotivo basta per apportare una diminuzione dei sintomi, mentre nella maggior parte delle persone è richiesta una serie di questi eventi per apportare dei cambiamenti comportamentali.
Una terapia di successo sarà caratterizzata da assenza di ansia somatica e delle principali difese, così sia la salute fisica sia le relazioni sono libere di svilupparsi come avrebbero potuto prima del trauma originale.
Molti sintomi fisici derivano da blocchi emotivi. Alcuni sono in correlazione all’ansia scaricata attraverso aree muscolari volontarie denominata muscolatura striata, quali iperventilazione, dolori al petto, mal di schiena, dolori addominali, mal di testa.
Altri invece sono dovuti alla scarica dell’ansia attraverso la muscolatura involontaria denominata muscolatura liscia, cioè gli organi interni del corpo, ad esempio i vasi sanguigni.
Altri ancora sono dovuti alla scarica dell’ansia attraverso il sistema cognitivo-percettivo quali perdita di concentrazione, perdita del filo del discorso, vista annebbiata o offuscata, visione a tunnel, acufene.
Questi sintomi formano patologie che causano un aumento delle visite mediche di emergenza al Pronto Soccorso, delle visite specialistiche e degli interventi chirurgici per cercare di affrontare la patologia. Molte di queste persone finiscono per assumere farmaci di vario tipo mentre la causa delle loro patologie è totalmente o parzialmente riconducibile a fattori emozionali (Abbass, A., 2005).
Inoltre, molte patologie sono costituite da una combinazione di fattori fisici ed emozionali. Quando ad esempio un paziente soffre di sclerosi multipla o di un tumore, spesso c'è una tale preoccupazione per la malattia, una tale ansia da monitoraggio del corpo, che la persona comincerà ad avere altri sintomi fisici come tremori o vertigini, e questa è una componente della sindrome che invece si può trattare in breve tempo. Già dalle prime ore di terapia si nota una significativa diminuzione dei sintomi fisici: la psicoterapia non cura la sclerosi multipla o direttamente il tumore ma agisce sui fattori emozionali che contribuiscono a peggiorare il quadro clinico. C'è molta confusione e fraintendimento anche nel mondo medico quando si fa riferimento alle patologie psicosomatiche. Spesso ai pazienti viene detto che i loro sono problemi immaginari, che stanno soltanto nella loro testa, mentre la realtà è che sono patologie presenti nel corpo, ma alla base vi sono i fattori emotivi, e l’azione su questi fattori comporta la cura dei sintomi fisici. Ad esempio, nella Fibromialgia si nota ansia e tensione nella muscolatura, individuabile con esami clinici, ma sia la causa sia la cura possono essere individuati a livello emozionale.
L’attività specifica che contraddistingue questo approccio di terapia è l’osservazione diretta nel corso della seduta di come le emozioni influenzano il corpo, di provare le emozioni nel corpo anziché averne soltanto una consapevolezza intellettuale sino alla risoluzione completa dei sintomi somatici.
La cura con l’Intensive Short-Term Dynamic Psychotherapy inizia con la cosiddetta Terapia di Prova che consiste in una prima seduta della durata variabile da una a quattro ore, eseguita in una o più giornate. L’obiettivo della Terapia di Prova è stabilire il legame patologico, tra l’ansia, e i meccanismi di difesa, definendo così il problema emotivo interno. Inoltre si stabilisce se la persona può avere un beneficio dal trattamento o se possono esservi delle controindicazioni. L’ansia somatica e la depressione rappresentano la più grande fonte dei sintomi somatici e la loro causa è molto spesso correlata al senso di colpa e alla rimozione della rabbia. Il senso di colpa ha la funzione di bloccare la manifestazione della rabbia che non farà altro che dirigersi contro, la mente e il corpo della persona stessa, causando sintomi fisici, depressione e una gamma di altri problemi (A. Abbass, 2005). In questa condizione è difficile pretendere di stare bene con se stessi e gli altri se prima non si accede, oltre alla barriera della rimozione, alla rabbia e al senso di colpa.
Abbass, A., (2005). Somatization: Diagnosing it sooner through emotion-focused
interviewing. Journal of Familiy Practice, 54(3), 215-224.