Ansia e Psico-farmacologia: quando la somministrazione di un
farmaco è un “crimine” contro la persona che soffre!
L’Intensive Short-Term Dynamic Psychotherapy, offre a differenza di altri orientamenti tradizionali di psicoterapia, la possibilità a chi soffre di Ansia, di arrivare alla risoluzione dei sintomi nel minor tempo possibile e sopratutto, risparmiando danaro rispetto numerose sedute spesso senza ottenere risultati soddisfacenti. La valutazione dell'Ansia è molto complessa e richiede oltre ad una specifica conoscenza proveniente dalla neurologia e dalle neuroscienze, un addestramento specifico per eseguire una valutazione diagnostica anche quando al paziente sembra di non manifestare nulla proprio perché spesso è inconsapevole.
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Per eseguire una corretta diagnosi dell’ansia somatica è necessario che il clinico tenga presente fattori quali: soglia di tolleranza oltre la quale si inizia a sviluppare sintomi fisici, il momento preciso quando l’ansia sale, la velocità di salita e di ripristino, l’intervallo di tempo ove l’ansia si mantiene a quote elevate e la via neurofisiologica prevalentemente adottata per la sua scarica (Ten Have de Labije, J., 2006).
Inoltre, nei casi in cui l'Ansia si scarica prevalentemente attraverso la muscolatura liscia (organi interni, ad esempio l’intestino) e il sistema nervoso autonomo, aumenta la vulnerabilità di organi e tessuti producendo sintomi e disturbi con elevata frustrazione per la famiglia, il datore di lavoro e il medico curante in quanto spesso resistenti ai trattamenti anche dopo numerose visite mediche specialistiche. Molti terapeuti non tenendo conto di una corretta valutazione dell'Ansia mettono a rischio di fallimento la cura. Il paziente continuerà a spendere soldi, a far passare il tempo senza ottenere reali risultati e si farà in breve l'idea che non c'è nulla da fare se non adeguarsi a come è fatto.
L'Ansia svolge la specifica funzione di annebbiare le emozioni sepolte anche da trenta o quarant’anni. L’accesso alle emozioni conflittuali, l’esperienza viscerale e non solo la loro conoscenza intellettuale, permette di far svanire i sintomi spesso debilitanti e di regolare entro la soglia di tolleranza, l’Ansia. La ricerca e la pratica clinica dimostrano chiaramente che l’ansia e le emozioni conflittuali sono legate tra loro: l’ansia ha ragion d’essere in quanto vi sono emozioni di carattere conflittuale che spingono verso una via di uscita. In altri termini, l’Ansia si fa viva esattamente quando avremmo bisogno di esperire delle emozioni. Peccato che per qualche ragione “interna” a noi vengono giudicate come inaccettabili.
E’ da considerarsi un “crimine” contro se stessi allora, assumere ansiolitici che hanno come unica funzione di sedare l’Ansia rinunciando così alla possibilità di accedere a quei sentimenti che da tanto tempo chiedono e a volte, disperatamente, di uscire.
I medici di base sono noti nel prescrivere ansiolitici ai propri pazienti che si lamentano di una sintomatologia ansiosa e/o depressiva. Anche se assunto sotto controllo medico risulta spesso difficile interrompere il loro uso poiché riaffiorerebbero tutti i problemi per i quali sono stati assunti. Essendo sedativi procurano si, un sollievo transitorio, ma a caro prezzo: oltre a dare l’illusione di aver risolto magicamente il problema (“non sento più ansia”) e di togliere il disturbo al medico curante da noi continuamente interpellato, si porta con il passare del tempo a cronicizzare un problema che avrebbe potuto essere risolto in breve tempo. Oggi l’ISTDP, permette di affrontare definitivamente l’Ansia patologica senza rinunciare alle proprie emozioni, ovvero a se stessi.
Ten Have de Labije, J., (2006). When patients enter with anxiety in the forefront. In The
collected writings of Josette Ten Have de Labije (pp.37-80). Del Mar, CA: Unlocking Press.